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da Mosca «La Voce della Russia» (marzo 2011)
«Il RODIN RUSSO TORNA IN PATRIA»
Una storia tinta di giallo alla ricerca delle sculture di Stefan Erzia. Uno scultore che grazie ad un progetto culturale russo-italiano torna in quella che fu la sua seconda patria, a Carrara, nel 135 esimo anniversario della nascita.
Colui che tutto il mondo conosce come Stefan Erzia nacque in Mordovia, antica terra abitata da un popolo di lingua finnica la cui etnia prevalente e’ quella erzia. Il suo vero nome era Stepan Nefedov, ma lui preferi quello di Erzia per identificarsi con il suo popolo. Era nato nel 1876 e dopo una vita tutta trascorsa all’estero nel 1950 fece ritorno in un paese nuovo che si chiamava Unione Sovietica.
La sua scoperta e’ merito di una studiosa italiana, Marzia Margherita Dati che cosi’ ce ne ha parlato alla Voce della Russia:
Voce in italiano
Una scuola quella molto lontana dalla vocazione artistica di Erzia che seppe coaugulare l’impressionismo, l’espressionismo e le tradizioni popolari mordvine.
Ma lei queste cose allora non le sapeva.
Voce in italiano
Erzia aveva trascorso sette anni della sua vita in Italia e in Francia, ma senza dimenticare le sue radici. In Italia aveva preso dimora a Carrara, poco lontano da una cava. Le sue sculture erano ambite dalle maggiori gallerie di Milano, Roma, Venezia e Parigi. “Calipso” e “Ozio” sono nate la’.
Eppure oggi nessuno si ricorda di lui e ignora quale fu la sua sorte. Continua la signora Dati:
Voce in italiano
Prima di tutto bisognava mettersi in contatto con gli studiosi russi e mordvini. Cosi’ decise di scrivere al Museo di belle arti “Erzia” di Saransk, capitale della Mordovia, per annunciare di aver rintracciato nuovi lavori del grande artista. A Saransk si trova la piu’ ampia raccolta delle sue opere, circa 200. Altre sono al Museo Russo di Pietroburgo, alla Galleria Tretjakov e in diverse collezioni private.
Voce in italiano
I dirigenti del Fondo internazionale Erzia, Mikhail Zhuravliov e Elena Butrova proposero alla signora Dati di essere loro rappresentante in Italia. Con l’aiuto del Ministero dei Beni culturali e della diocesi di La Spezia, cui appartiene l’opera ritrovata, e’ stato possibile organizzare il restauro della statua “Giovanni Battista” e di portarne una copia a Saransk. L’attivita’ del Fondo viene favorita dal Consolato generale russodi Genova, dai comuni di La Spezia e Carrara, dall’Accademia di belle arti di Carrara e dalla diocesi.
Il 12 marzo a La Spezia si svolge una conferenza scientifica dedicata ad Erzia e agli altri artisti russi che hanno operato in Italia. Una conferenza che ha suscitato un vivo interesse fra la popolazione.
Aggiunge la signora Dati:
Voce in italiano
L’Italia per Erzia ebbe un significato tutto particolare. Lo scultore amava ricordare che gli scalpellini gli portavano blocchi di marmo e non volevano farsi pagare nemmeno quando lui riusciva a vendere qualche lavoro. Allora organizzava dei banchetti che non finivano mai, con le strade chiuse al traffico dalle tavole imbandite.
Si racconta che per una cooperativa ligure egli scolpi’ il grupopo marmoreo “Fratellanza”. Allora un vecchio operaio disse che la sede della cooperativa non era adatta, perche’ la gente ci veniva a bere il vino e che per la statua ci voleva un luogo sacro.
In questo contesto di coincidenze non deve sorprendere quindi che il 135 esimo di Erzia sia caduto nell’anno delle due culture.
Continua la signora Dati:
Voce in italiano
Una ultima coincidenza che la signora Dati racconta cosi’:
Voce in italiano
avete ascoltato una corrispondenza di Elena Kovalenko.
Intervista con la stazione radiofonica VOCE della RUSSIA con il professor Bertollo sul progetto della Fondazione Erzia in Italia
http://italian.ruvr.ru/2011/10/17/58877031.html
Elena Butrova, "Lo scultore russo Stepan Erzia e l`Italia"
La storia della statua di San Giovanni Batista per la chiesa del Fezzano
Il Rigo Musicale, 41/ 2012